Tiscali.it
SEGUICI

Papa Francesco a L’Aquila apre il portone della Perdonanza

Un viaggio che poteva apparire secondario, resterà invece nella storia. La visita rivela l’anima della riunione dei cardinali

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   

Il viaggio di Francesco a L’Aquila ha rilanciato l’attualità della “Perdonanza” di papa Celestino V. Un viaggio che poteva apparire secondario, resterà invece nella storia. Pensata tra un concistoro che si è svolto ieri per la nomina di nuovi 20 cardinali e la riunione, da domani, del collegio cardinalizio sulla riforma della Curia romana e della Chiesa, la visita al capoluogo abruzzese resterà invece nella storia. Non soltanto perché Francesco è stato finora primo e unico primo papa ad aprire la porta della Perdonanza di Celestino indetta nel 1295, ma per la forza e l’attualità con cui “papà Francesco”, come lo ha chiamato il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo della città, ha rilanciato il perdono e la misericordia quale via per la pace. Un concetto che Francesco ha ripetuto sotto varie forme nei tre momenti della sua presenza all’Aquila: l’arrivo in piazza del duomo, la messa davanti la basilica di Santa Maria in Collemaggio, il rito di apertura della porta dopo la recita dell’Angelus.

Il tema dominante del viaggio

In tutti questi momenti, trascorsi quasi interamente in carrozzella, la misericordia è stato il tema dominante perché – ha ripetuto il papa sotto diverse forme – è la caratteristica cristiana necessaria anche nel mondo di oggi alle prese con problemi economici, sociali e con conflitti duraturi e sanguinosi come quello in Ucraina. Francesco ha affermato che per chiedere perdono, perdonare e riconciliarsi ci vuole coraggio. Il cardinale Petrocchi, nel saluto di benvenuto ha auspicato che la perdonanza possa diventare stile del mondo attuale. La misericordia punto centrale della fede cristiana proclamata da Celestino ha riscattato la figura di questo papa. “Erroneamente – ha detto il papa nell’omelia della messa concelebrata con il cardinale Petrocchi - ricordiamo la figura di Celestino V come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì”.  I santi come Celestino sono “un’affascinante spiegazione del Vangelo” che hanno saputo interpretarlo dal punto di vista di Gesù la cui vita semplice e umile ha portato una vera rivoluzione dell’amore l’unica che ci tiene uniti anche ai cari defunti.

Il ricordo del terremoto

Ricordano la tremenda esperienza del terremoto della gente aquilana quando nel 2009 perirono 309 persone, Francesco ha ribadito che “il dolore c’è, e le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. E con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l’amicizia, l’affetto: camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un popolo di Dio o non si risolvono i problemi dolorosi, come questo”. E poi ha aggiunto: “La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina e cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive. E con questo tesoro e queste esperienze va avanti! Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente della ricostruzione”.

L'esempio di Celestino V

L’esempio di Celestino ha indicato la via giusta. Infatti “la forza degli umili è il Signore, non le strategie, i mezzi umani, le logiche di questo mondo, i calcoli… No, è il Signore. In tal senso, Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere, neanche la prigione lo ha ingabbiato. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è Misericordia. Questa è il cuore stesso del Vangelo, perché la misericordia è saperci amati nella nostra miseria. Vanno insieme. Non si può capire la misericordia se non si capisce la propria miseria. Essere credenti non significa accostarsi a un Dio oscuro e che fa paura… La misericordia è Lui, e con la misericordia può parlare soltanto la nostra miseria. Se qualcuno di noi pensa di arrivare alla misericordia per un altro cammino che non sia la propria miseria, ha sbagliato strada”. Misericordia è l’esperienza “di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Essere perdonati è sperimentare qui e ora ciò che più si avvicina alla risurrezione.

La forza del perdono

Il perdono è passare dalla morte alla vita, dall’esperienza dell’angoscia e della colpa a quella della libertà e della gioia… È così, infatti, che si costruisce la pace, attraverso il perdono ricevuto e donato”. Il cristiano sa che “la sua vita non è una carriera alla maniera di questo mondo, ma una carriera alla maniera di Cristo, che dirà di sé stesso di essere venuto per servire e non per essere servito. Finché non comprenderemo che la rivoluzione del Vangelo sta tutta in questo tipo di libertà, continueremo ad assistere a guerre, violenze e ingiustizie, che altro non sono che il sintomo esterno di una mancanza di libertà interiore. Lì dove non c’è libertà interiore, si fanno strada l’egoismo, l’individualismo, l’interesse, la sopraffazione e tutte queste miserie. E prendono”.

La visione che guida Francesco

La visione complessiva e unitaria che sta guidando Francesco in questi giorni è quella dell’intero suo pontificato: riuscire a varare in forma stabile una Chiesa che fuoriesce dalla condivisione del potere mondano per diventare una testimonianza della misericordia di Dio, al servizio dell’umanità, specialmente emarginata, umile, povera, sofferente. Una visione sempre cattolica, ossia universale che mette insieme il particolare con quando condiziona l’intera umanità. “in questo luogo che ha patito una dura calamità (totale distruzione della basilica in Collemaggio - ndr) – ha detto nel breve saluto al momento dell’Angelus inserito a conclusione della messa -, voglio assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Pakistan colpite da alluvioni di proporzioni disastrose".

La preghiera de Pontefice

Prego per le numerose vittime, per i feriti e gli sfollati, e perché sia pronta e generosa la solidarietà internazionale… Ed ora invochiamo la Madonna affinché, come dicevo al termine dell’omelia, ottenga per il mondo intero il perdono e la pace. Preghiamo per il popolo ucraino e per tutti i popoli che soffrono a causa delle guerre. Il Dio della pace ravvivi nel cuore dei responsabili delle nazioni il senso umano e cristiano di pietà, di misericordia”. In una intervista rilasciata al quotidiano abruzzese “Il Centro” alla vigilia della visita, papa Francesco aveva precisato che “bisogna lasciarsi alle spalle tutte le cose che ci dividono e valorizzare invece tutto ciò che unisce. Con questo stile la speranza non sarà solo un’utopia ma una certezza su cui poggiare il futuro e l’impegno di tutti”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
I più recenti
Regione Piemonte,5 milioni per interventi urgenti maltempo
Regione Piemonte,5 milioni per interventi urgenti maltempo
Maltempo, fiumi d'acqua nelle strade di Pont-Saint-Martin
Maltempo, fiumi d'acqua nelle strade di Pont-Saint-Martin
Ragazzino 17enne aggredito da gang coetanei in stazione
Ragazzino 17enne aggredito da gang coetanei in stazione
Exposed, il Far West amazzonico e inatteso di River Claure
Exposed, il Far West amazzonico e inatteso di River Claure
Teleborsa
Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...