Il curioso caso di Fleximan, il 'supereroe' che taglia gli autovelox e divide gli italiani: ma chi c'è dietro il giustiziere dei multati?
Ultimo 'colpo' a Padova, ma in Veneto e in tutta Italia sono ormai decine i dispositivi divelti per rilevare la velocità e la mappa dei 'raid' continua ad espandersi

Il caso 'Fleximan' sta dividendo l’Italia, il misterioso personaggio che, letteralmente, sega gli autovelox di notte ha ormai attirato su di sè l'attenzione di tutti: c'è chi lo emula, chi lo elogia, chi lo critica e chi addirittura si è ispirato a lui per diversificare la 'lotta', iniziando a rimuovere dossi che rallentano la velocità dei veicoli e protestando contro opere considerate inutili, come la rotonda di Albaredo, comune di soli 287 abitanti in provoncia di Sondrio, dove la protesta si è focalizzata verso la nuova rotonda aperta ai primi di dicembre.
A Giavone di Veronella (Verona) alcuni ignoti hanno invece fatto sparire un dissuasore di velocità appena installato. Le diverse forme di dissenso stanno acosì generando nuovi epiteti e, dopo fleximan, ecco l'avvento di 'dossoman' e 'rondòman'. Ma perché azioni del genere vengono esaltate da molti anziché essere condannate? Che tipo di cultura automobilistica c'è in Italia e quanto può essere pericoloso il 'cortocircuito del consenso' creato dalle azioni del 'giustiziere dei multati'?
Di certo la 'lotta' di Fleximan ha seguaci e detrattori, tra guidatori arrabbiati e paladini della legalità. Le azioni di protesta consistono nel prendere di mira e abbattere quegli autovelox considerati solo un modo per fare cassa e appunto posizionati in luoghi strategici da comuni ed enti locali, colpevoli di utilizzarli, a detta dei seguaci di fleximan, a 'solo scopo di lucro'. Ora, se è vero che alcuni rilevatori di velocità nel corso degli anni e in diversi punti del Paese sono stati poi considerati 'illegali' perché o non segnalati, o non funzionanti, o non ben visibili, è altrettanto vero che ciò non dovrebbe portare ad azioni di teppismo e vandalismo, pericolose per la vita degli autori e per quella di tutti gli utenti della strada.

In Italia ci sono troppi autovelox?
A tal proposito basti pensare che l'Italia conta il maggior numero di autovelox installati lungo le strade, con le ultime stime che registrano 11.130 apparecchi di rilevazione automatica della velocità dispiegati lungo tutta la penisola, più di Gran Bretagna (circa 7.700), Germania (oltre 4.700) e Francia (3.780). I dati sono forniti dal Codacons, che a sua volta è intervenuto sui sempre più frequenti casi di autovelox smantellati ad opera di ignoti. In base ai dati ufficiali del ministero dell'Interno, nel 2022 le principali venti città italiane hanno incassato un totale di quasi 76 milioni di euro grazie alle sanzioni elevate tramite autovelox, con una crescita del +61,7% rispetto ai 47 milioni registrati dalle stesse amministrazioni comunali nel 2021.
I dispositivi 'tagliati' e l'ultimo colpo
Dai primi abbattimenti avvenuti a Rovigo, il raggio di azione si sta allargando. Gli ultimi casi in questo inizio del 2024 sono di stanotte a Padova - dove uno street artist gli anche dedicato un murales - di ieri a Riese Pio X, nel Trevigiano, e anche a Cortina, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Ma si contano episodi anche in Emilia Romagna, Piemonte e in Lombardia. Stanotte teatro delle azioni vandaliche è stata la strada regionale 10, nel territorio del comune di Carceri. Come per altre azioni precedenti - e da qui il nome di 'fleximan' - il palo che sorregge l'apparecchio è stato tagliato alla base con una sega flessibile. Questa volta l'autore ha lasciato anche un cartello a sigla di quanto compiuto. Le indagini per risalire ai responsabili del gesto sono in corso, intanto l'ennesima bravata è stata ritratta da automobilisti di passaggio, e diffusa appunto sui social, nelle sempre più numerose pagine che inneggiano al vandalo ‘super eroe’ e che potrebbero portare all'apertura di un fascicolo con un'indagine a carattere nazionale.
Sono più di una dozzina gli autovelox abbattuti fin’ora. Almeno undici i casi registrati in Veneto – di cui otto nella sola provincia di Rovigo, uno a Padova, un altro al passo Giau sopra a Cortina (Belluno) e l’ultimo a Riese Pio X nel Trevigiano – uno in Piemonte, uno vicino a Cremona in Lombardia e un altro nella Bassa Reggiana, in Emilia Romagna.

Chi c’è dietro a Fleximan?
Fleximan è verosimilmente nato in Polesine, regione del Veneto meridionale, che corrisponde, nella superficie territoriale, alla provincia di Rovigo: il primo autovelox abbattuto risale alla notte tra il 18 e il 19 maggio 2023, con il dispositivo di Bosaro, al chilometro 51 della Statale 16. Il 29 maggio c’è stato il secondo caso a Baruchella, sulla Regionale 482 Altopolesana, l'ex Statale Ostigliese. Il 6 agosto è stata invece la volta del congegno installato sulla Provinciale 46 a Mazzorno Destro, a Taglio di Po, mentre nella notte del 2 novembre è stato abbattuto di nuovo l'autovelox di Baruchella.
La notte di Natale è toccato ancora ai velox di Corbola – lungo la Regionale 495, l'ex Statale di Codigoro – e ancora a Taglio di Po. Altro caso sulla Statale 309, il tratto della Romea che corre a sud di Rosolina, non molto distante dal ponte sul Po. Di certo fleximan - anche se nato come singolo soggetto - non è più una persona sola, poiché a colpire ormai sono più gruppi di ‘giustizieri mascherati’ che, probabilmente, nemmeno si conoscono tra loro. Purtroppo – come sempre accade quando la realtà e il malcontento approdano nella galassia social – l’abbattimento degli autovelox sta diventando una moda. E la mappa dei velox tagliati si allarga sempre di più.
Cosa si rischia ad abbattere gli autovelox?
I responsabile dei danni agli autovelox rischiano molto in termini legali. A tal proposito si è espresso Francesco Centonze, docente di diritto penale all’Università Cattolica: “Ci sono robusti argomenti per ritenere queste condotte punibili almeno con il reato di danneggiamento che prevede sino a tre anni di carcere – le parole del professore a 'Il Giornale' – e non mi sorprenderebbe se le procure si orientassero in questa direzione”. Il docente ha spiegato, inoltre, che l’eventuale condannato potrebbe essere anche chiamato a risarcire tutti i danni causati.

Pro Italia: "#ForzaFleximan"
Le azioni del giustiziere teppista notturno hanno finito per generare proselitismo anche in pancia ad alcune organizzazioni politiche, in questo caso del partito di nicchia, nazionalista, e anti europeista, 'Pro Italia', che sui propri social ha condiviso il post che segue, buttando dentro un po' di tutto e rispecchiando quanto la cultura della strada, dalle due alle quattro ruote, sia in Italia scorretta in termini di approccio e di pratiche quotidiane.
"Perché noi di Pro Italia sosteniamo Fleximan? Perché questo potatore di autovelox armato di flessibile rappresenta il sacrosanto rigetto dello 'Stato maestrina', un sistema opprimente che tratta i propri cittadini come eterni bambini da soffocare di attenzioni e redarguire costantemente.
Le città a 30 all'ora, il green pass, le super ZTL, le circolari sul nuovo linguaggio politicamente corretto... Sono tutti tentativi, più o meno riusciti, di arginare le nostre libertà e imporre un indirizzo alle nostre vite. Viviamo in uno Stato che si fa di giorno in giorno più autoritario in nome di una sorta di puritanesimo pedagogico a dir poco insopportabile. Allo stesso tempo, le istituzioni latitano nell'offrire al Paese sviluppo e prospettive. Uno Stato oppressivo ma assente, forte con i deboli e debole con i forti, impegnato solo a deresponsabilizzarsi scaricando ogni colpa sulle persone semplici. A patto, s'intende, che quest'ultime accettino di veder posta la propria vita sotto una teca di vetro.
È per questo che una parte sempre più considerevole della popolazione inizia a non poterne più. Si moltiplicano le azioni contro autovelox, telecamere e divieti di ogni sorta. Un solo grido si leva da Nord a Sud: non rompeteci le p***e! Alla deriva liberticida e alle sue vestali, sempre lì con il ditino alzato, la nostra risposta è una e una sola: #ForzaFleximan!"