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[La storia] Ecco l’idea inaspettata per contrastare il fenomeno del bullismo tra i giovani

Lo sviluppo di videogiochi utili ad aiutare vittime e violenti è stato il tema guida della terza Olimpiade nazionale dei videogames. Parlare lo stesso linguaggio dei più giovani può aiutare a contenere un disagio dai numeri drammatici

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[La storia] Ecco l’idea inaspettata per contrastare il fenomeno del bullismo tra i giovani

Uno dei principali problemi dei giovani di oggi è il bullismo, che purtroppo le nuove tecnologie di comunicazione digitale hanno reso ancora più temibile. Non a caso si parla infatti di cyberbullismo, che lo Stato sta provando a combattere con una apposita normativa di prevenzione e contrasto, approvata in via definitiva a maggio 2017. Ma per debellare fenomeni come questo non sono sufficienti le leggi. Servono anche iniziative come quella promossa dall’associazione ImparaDigitale che ha messo al centro della terza edizione di Game@School, le Olimpiadi nazionali del videogioco a scopo didattico, proprio il tema del bullismo. Obiettivo della competizione è stato infatti quello di far realizzare ai partecipanti un videogioco la cui missione è salvare una vittima o modificare i comportamenti di chi mette in atto atteggiamenti di questo genere.

Usare il giusto linguaggio 

Tra i giovani i videogames sono, come noto, una delle passioni più forti.  E affrontare un tema scottante come il bullismo utilizzando strumenti e linguaggi per loro abituali potrebbe essere molto efficace. La chiave per provare a risolvere un problema che sta assumendo numeri drammatici.

Un problema per la metà dei ragazzi italiani

Già nel 2013, anno della prima proposta di legge in materia, l’Ipsos ha rilevato che per i due terzi dei giovani italiani il bullismo è la principale minaccia da affrontare nella vita di tutti i giorni. Numeri confermati dall’Istat secondo cui circa il 50% dei ragazzi tra gli 11 e 17 anni, in un periodo temporale di 12 mesi, ne rimane vittima almeno una volta. Le conseguenze sociali del fenomeno sono gravi: scarso rendimento scolastico, isolamento e nei peggiori dei casi attacchi di ansia e depressione.

Il pericolo corre in chat e sui social 

Le nuove tecnologie digitali hanno dato nuova linfa al fenomeno. Le violenze psicologiche ora possono essere realizzate anche tramite sms, email, chat e ovviamente social network. Queste ultime due sono ovviamente le due forme più pericolose dato il massiccio utilizzo tra le fasce di età più giovani.

ImparaDigitale deve essere un esempio 

Come detto l’aggravarsi del problema ha spinto il Parlamento a varare una apposita legge approvata nel 2017. Ma analogamente a quanto accade per altre problematiche sociali, per sconfiggere il bullismo è necessario il coinvolgimento di tutta la società e (in questo caso specifico) anche dei giovani. L’iniziativa promossa dall’associazione ImparaDigitale va sicuramente in questa direzione e merita davvero di essere lodata.

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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