Cure gratuite e maxisconti a chi non arriva alla fine del mese, ecco il dentista sociale che aiuta i poveri
"Il mio lavoro è curare le persone, ma non si possono far pagare cifre esorbitanti a persone che vivono con meno di 500 euro al mese"
La crisi ci rende più rabbiosi, più chiusi, ostili, spaventati. Alle prese coi nostri problemi facciamo più fatica a caricarci quelli degli altri, spesso non riusciamo neppure a capirli. Si salvi chi può, diciamo più no che sì ma è proprio nei momenti difficili che a volte si aprono porte improvvise, piene di luce. Se la crisi ci rabbuia, accende anche i cuori, e quando succede il calore è doppio. Viene da pensarlo guardando quello che succede a Genova, nello studio di un dentista greco (forse non a caso), in Italia da 25 anni.
Curare le persone
Si chiama Nicolas Dessypris, l'uomo, e la sua storia è stata raccontata dal sito Genova24. "Il mio lavoro è curare le persone", dice il dentista. "Ma non si possono far pagare cifre esorbitanti a persone che vivono con meno di 500 euro al mese, come pensionati, disoccupati, studenti, ma non solo". E' un problema noto: uno degli effetti dell'impoverimento è la rinuncia alle cure. Figuriamoci alla prevenzione. La gente prima mangia, poi pensa a curarsi.
Il servizio sanitario nazionale
In realtà, in Italia, esiste un Sistema sanitario nazionale in grado di garantire ogni tipo di prestazione medica in modo (quasi) gratuito e universale, prevedendo un sistema di ticket scontati per gli indigenti. Ma il problema sono le code, le attese, le file e anche - a volte - la qualità della prestazione. Senza contare che, su molti interventi, il Servizio pubblico dice di no, questo no.
Il dentista sociale
E' qui che entra in scena quello che si è definito dentista sociale. "Onorari secondo lo stato del bisogno a operai, pensionati, contadini, studenti, artigiani e artisti”, questo il cartello che il dottor Dessypiris ha affisso prima nel suo studio poi all'esterno, riuscendo così a richiamare più gente. Il medico greco ha stilato un tariffario preciso, con un sistema di sconti in base ai redditi. Chi guadagna meno di 5mila euro l'anno ha diritto a uno sconto del 50% su tutte le prestazioni. Chi guadagna fino a 10mila euro, ha uno sconto del 40 %. E così via, aumentando il reddito diminuisce lo sconto. Chi guadagna più di 20mila euro l'anno, tariffa piena. Ma c'è di più, anche se per pudore il dentista greco non lo dice: se arriva qualcuno col mal di denti, gli viene tolto il dolore, viene visitato e si interviene a prescindere. A prescindere significa che se serve, il dottore lo fa anche gratis.
Il giuramento di Ippocrate
In fondo è il giuramento di Ippocrate: soccorrere, curare, aiutare, avere il malato come obiettivo. Certo, è un mestiere. Il guadagno non è un reato. Ma le cure non si negano a nessuno. “Tolgo il mal di denti a chi ce l’ha”, dice. L'esempio di Genova, però, non è isolato. Una rete di dentisti sociali si sta, in realtà, organizzando in tutta Italia. C'è un accordo siglato dai Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, dall’Andi e dall’Oci proprio per consentire l'accesso alle prestazioni odontoiatriche, con prezzi di favore, per i disagiati.
Cinquemila dentisti con lo sconto
Una iniziativa voluta dall'associazione dei dentisti che, sulle prime, non ha avuto un grande successo ma che, via via, con l'acuirsi della crisi, ha fatto comparire in vari posti i cartelli con gli sconti. Sarebbero ormai 5mila, su 27mila in totale, i dentisti disposti a fare sconti in base al reddito. Qualcuno maligna che è anche una forma di promozione per gli stessi dentisti, a loro volta toccati dalla crisi, con una clientela che sceglie più di frequente le strutture pubbliche e che, anche quando si rivolge al privato, lo fa solo per interventi di urgenza, sul dolore, e sempre più raramente per prevenzione e impiantistica.
Un gesto solidale
Ma al di là delle ragioni di marketing, resta un gesto solidale, di grande valore non solo simbolico. Togliere il dolore, ma anche restituire dignità, tutelare la salute, l'integrità, anche di chi vive in povertà o nel disagio sociale, ci rende più umani. Rende il medico più vicino alla sua missione originaria, e noi tutti più comunità. Se la crisi ci fa più cattivi, sta a noi forse affrontarla dal lato giusto e scoprirci più uniti. Si può fare.