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La sentenza: "Amianto killer sulle navi della Marina Militare"

La Corte dei Conti di Cagliari decide sulla causa intentata da un marinaio contro il ministero della Difesa. L'avvocato: "Decisione storica"

Paolo Salvatore Orrùdi pso   
Navi della Marina Militare italiana
Navi della Marina in esercitazione. Nel riguadro l'ex marinaio Salvatore Garau

Amianto killer sulle navi della Marina Militare. A ribadirlo è stata una sentenza della sezione di controllo della Corte dei Conti di Cagliari. Per i marinai che si sono ammalati di mesotelioma e asbestosi - malattie incurabili - durante il servizio militare, è una decisione importante. “Una sentenza storica” ha ribadito Michele Martinelli, l’avvocato che ha portato avanti la causa di Salvatore Garau contro il ministero della Difesa. “A tutti i marinai imbarcati è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto oltre i limiti consentiti dalla legge”, ha spiegato il legale alla Nuova Sardegna. Una sentenza che, dunque, farà da apripista per tante altre.

Il verdetto

Il verdetto, sebbene parziale, è di buon auspicio, nonostante la Corte dei Conti non si sia pronunciata sul legame tra causa di servizio e malattia professionale. “Il punto di partenza della lotta all’amianto è la consapevolezza del fatto che questa tragedia era evitabile e che i morti e i malati che contiamo oggi sono il frutto amaro di esposizioni ad amianto del passato … e che quelli che conteremo domani saranno l’amaro frutto di ciò che non saremo in grado di fare oggi”, aveva sostenuto durante un convegno Garau, presidente dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto Sardegna (Afeva).  “La sentenza riguarda una singola persona ma la valenza è enorme perché riferita a tutti i militari e tutti i civili”, ha spiegato ancora Garau. 

Decisioni Inail

In Italia, ogni anno - tra mesoteliomi, tumori al polmone e agli altri organi bersaglio - muoiono oltre 4000 persone. Eppure l’Inail ha sempre sostenuto che i dipendenti della Marina non sono mai stati sufficientemente esposti all’amianto, tranne chi ha lavorato in macchina sino al 1995. Il consulente tecnico nominato dal giudice ha dimostrato, invece, che le mansioni svolte a bordo dal personale erano attività che implicavano “sia una esposizione diretta sia una esposizione indiretta dovuta alle attività degli altri operatori”, si legge nella sentenza.

La Corte dei Conti

La Corte dei Conti a questo ha punto dichiarato "certa e provata" l'esposizione qualificata ad amianto subita, sia “nelle installazioni e infrastrutture militari sia a bordo delle unità navali in cui il Garau ha attivamente operato sino al 22/11/1999”, data in cui a causa di un grave incidente occorsogli a bordo di Nave Ardito “ha dovuto abbandonare il servizio attivo, dunque l'esposizione ad amianto è proseguita per quanti rimasti ad operare a bordo”.

Il diritto alla salute

Sebbene riferita a una singola persona, questa sentenza riguarda tutti i militari e i civili imbarcati sulle navi e sui sommergibili, in particolare “quanti in possesso del curriculum lavorativo rilasciato dai rispettivi enti di appartenenza", in quanto conferma la tesi che “tutto il personale militare e civile imbarcato su navi o su sommergibili militari è stato esposto a medesimo qualificato rischio amianto e ben oltre il 31/12/1995”. Spetterà ora al Governo tenere conto della decisione del giudice della Corte dei Conti di Cagliari, per “porre in atto ogni iniziativa utile a varare con tempestività norme che siano in grado di tutelare il diritto alla salute dei soldati”.

Paolo Salvatore Orrùdi pso   
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