[Il ritratto] La seconda vita di Amanda con l’incubo degli italiani. Mentre Raffaele è sommerso dai debiti
Condurrà un programma tv su Facebook. Ma non riesce a chiudere con il passato. “Voglio tornare a Perugia. Lí la folla voleva linciarmi”

Amanda Knox è davvero un’icona del nostro tempo, che può consegnare la fama dopo gli incubi e una memoria conservata negli orrendi archivi delle piazze virtuali, nelle sue violenze oscene e pericolose. «I miei ricordi di Meredith», ha scritto in un articolo sul Westside Seattle, «sono sepolti sotto le orribili foto dell’autopsia, gli insulti e le minacce di morte che ho ricevuto e ancora ricevo, le false accuse e gli anni di carcere. E poi i processi e i titoli spaventosi che sovrapponevano i nostri nomi e le nostre facce, ingiustamente».
Un futuro da conduttrice
Tutte queste immagini ritornano ogni giorno. Non conta il giudizio del Tribunale, ma quello del processo popolare. E non importa che non ci fosse mai stata una prova che la collocasse sul luogo del delitto, se non quelle inventate dalle tv e dai giornali. Eppure, nella sua seconda vita, Amanda Knox ha fatto la giornalista e adesso condurrà anche una trasmissione, The Scarlet Letter Reports, che andrà in onda su Watch, la tv lanciata da Mark Zuckeberg, una nuova piattaforma targata Facebook, e sul canale Vice Media, dedicato alle donne.
Una seconda vita
Sarà uno show di cinque puntate, durante le quali intervisterà donne famose come la modella Amber Rose o come Daisy Coleman, vittima di stupro. Ma è questa la sua seconda vita? E’ questo il suo futuro? Il ritorno alla normalità, o gli incubi del passato che la soffocano, l’angoscia che le prende ancora adesso soltanto se sente due persone parlare in italiano, tutte le memorie che è costretta a ritrovare sugli scaffali polverosi delle sue paure torneranno?
Dipinta come una femme fatale
Dieci anni dopo il delitto di Perugia, quando nella notte di Halloween del 2007 trovarono la studentessa inglese Meredith Kercher uccisa a coltellate, Amanda finisce per fare sempre e ancora i conti con se stessa. Ha compiuto da poco trent’anni. E nel presentare il suo nuovo show ha ricordato i giorni più brutti della sua vita: «Mentre ero sotto processo per un omicidio che non avevo commesso, il pubblico ministero mi dipingeva come una femme fatale, con poteri magici per controllare gli uomini. Ho perso anni della mia vita in prigione a causa di stereotipi misogini. Nel mio programma, in The Scarlet Letter Reports, spero di riumanizzare le donne che sono state umiliate e vilipese e di elevare lo standard di come si pensa e si parla delle donne in pubblico».
L’unica che ha trovato un riscatto
Certo, di tutti i personaggi coinvolti nell’omicidio Meredith, lei è l’unica che ha trovato un riscatto. Rudy Guede, sommerso da prove schiaccianti, è in carcere. E Raffaele Sollecito sta affondando nei debiti. Ma se la televisione le darà ancora più fama che cosa le riserva davvero la nuova vita? In una lunga confessione al settimanale americano People, ha detto che una delle cose che vorrebbe di più è tornare a Perugia, ma per chiudere il cerchio della sua esistenza, per riappropriarsi della sua vita com’era prima che tutto accadesse, per riuscire a vincere finalmente le paure che la perseguitano.
Tornare a Perugia
L’ultimo ricordo che ha di Perugia è l’oscenità della folla che assale il Palazzo di Giustizia nelle luci della notte, mentre la stanno portando via dopo l’assoluzione. Sono facce deformate, urla, insulti, i cordoni di carabinieri e polizia, la vergogna di una piazza medioevale nella sua violenza senza senso. Il giorno dopo è partita, è tornata a Seattle e ha cominciato la seconda vita, con il suo nuovo amore, lo scrittore Christopher Robinson, 35 anni, e l’impegno in un’associazione che si occupa delle vittime di errori giudiziari. «Lo so, Perugia è l’ultimo posto al mondo dove sentirmi benvenuta. Ma devo farlo. Devo chiudere letteralmente e fisicamente il cerchio della mia vita».
Riunire le sue due vite
Non è così semplice. Ma quello che colpisce nella sua confessione è la volontà che esprime di riannodare le sue due vite, come se fosse possibile eliminando solo le atrocità della prima. La verità è che due vite sono troppe, anche nell’epoca delle vite virtuali. Ce ne hanno regalata una, e dobbiamo farcela bastare. A volte, è dura. Qualche tempo fa, ha raccontato Amanda, «ero al mare: ho sentito parlare italiano in spiaggia e ne sono rimasta scossa. Non riuscivo più a respirare. Ero bloccata. Poi mi sono fatta forza. Mi sono detta: va tutto bene. Non succede niente. Non saprei dire quanto è durato. Ma ho capito che devo trovare assolutamente il modo di smettere di avere questa paura. Non posso vivere così. Non è giusto. E’ un passo molto importante per me. Per questo ho deciso che voglio rivedere Perugia. Quando avevo vent’anni era la città dei miei sogni, attraverso gli occhi dei miei genitori. Ero felice, prima che succedesse tutto quello che è successo. Durante quel periodo d’incubo mio papà e mia mamma hanno vissuto lì per anni per starmi vicino. Hanno fatto amicizie importanti, hanno conosciuto persone di valore. Ecco, devo trovare la forza. Prima o poi lo farò. Voglio essere solo una persona che torna in un luogo della sua vita. Il mio ultimo ricordo non può essere quello di me trascinata fuori da un tribunale tra i flash accecanti dei paparazzi».