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Le elezioni di Mid-Term: l'inizio di un nuovo sogno americano?

Chiamato ad una prova muscolare, dopo un biennio dalle prestazioni altalenanti, Joe Biden è riuscito a togliersi la polvere, ottenendo un successo solido e rassicurante per il suo mandato.

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Le elezioni di Mid-Term: l'inizio di un nuovo sogno americano?
Joe Biden e Donald Trump (Ansa)

Martedì 8 Novembre si sono svolte negli Stati Uniti le elezioni legislative di metà mandato, dette mid-term elections, in cui si decide sull'assegnazione di 435 seggi della Camera, di 35 seggi sui 100 del Senato e di 36 su 50 governatori degli Stati Federati. Negli Stati Uniti il mandato dei membri della Camera dura due anni, mentre quello dei senatori sei: le elezioni di midterm hanno la funzione di eleggere i nuovi rappresentanti alle due camere degli Stati Uniti.

Le mid-terms elections non sono semplici elezioni amministrative

Le elezioni di metà mandato non sono semplici elezioni amministrative, essendo da sempre cruciali per determinare il futuro della Presidenza di turno degli Stati Uniti. Ricoprono un ruolo fondamentale in quanto definiscono il controllo del Congresso, e quindi il corso del mandato del Presidente in carica: senza il controllo della Camera e del Senato, il partito del Presidente rischia la paralisi legislativa. L’esecutivo rischia di non poter legiferare, non avendo la maggioranza dei politici eletti a ratificare le leggi del Presidente. Per questo, e per il ruolo geo politico americano, che vede gli Stati Uniti quale potenza mondiale egemone dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, sia internamente e sia da parte dei grandi osservatori internazionali, il punto dell’attenzione è sempre quella di capire chi dei due grandi partiti americani otterrà il controllo del Congresso nelle elezioni di metà mandato.

Mid – term elections 2022: un risultato inaspettato

La turnata elettorale ha avuto un risultato inaspettato, con previsioni che davano una vittoria con un ampio margine da parte dei Repubblicani, sia per il Senato che della Camera. Al contrario, i Democratici hanno ottenuto un risultato che è stato capace di consolidare la leadership di Joe Biden. Parlando di numeri, al Senato i Repubblicani hanno raggiunto 49 seggi, mentre i Democratici hanno vinto 50 seggi, con i voti della sola Georgia ancora da conteggiare (essendo previsto un ballottaggio per il prossimo 6 dicembre).

Alla Camera hanno vinto i Repubblicani con 211 seggi contro i 203 ottenuti dai Democratici. Democratici che hanno tuttavia vinto anche le elezioni per i governatori negli stati del cosiddetto “muro blu” (a prevalenza di voto repubblicano) quali Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, garantendosi così un margine di pressione su Assemblee dominate dai repubblicani in possibili future battaglie legislative su temi di carattere democratico, quali, ad esempio, le questioni sociali come il diritto all’aborto e l’accesso al voto.

“Sleepy Joe” ha infranto “l’onda rossa” repubblicana: quali prospettive per la politica USA, e per il resto del mondo?

Il risultato positivo ottenuto dai Democratici e dal Presidente Biden ha infranto un taboo che vede le elezioni di metà mandato essere un appuntamento tradizionalmente ostico per il presidente in carica. La voglia di cambiare rotta spesso, si sa, è insita nell’America, il Paese dove tutto (era) possibile. In questa turnata elettorale, molto difficile da prevedere e a tratti giocata con dichiarazioni dai toni molto forti, non vi è stata la cosiddetta “red wave”, “l’onda rossa” che fa riferimento al colore rosso associato ai Repubblicani negli Stati Uniti e che, a dire di analisti e di esperti, avrebbe messo seriamente in difficoltà l’amministrazione Biden, preparando il terreno per il ritorno di Donald Trump.

“Sleepy” Joe, alla fine, è riuscito ad infrangere l’avanzata repubblicana, grazie anche al forte impatto a livello nazionale di tematiche quali l’aborto, che hanno attirato numerose critiche da vari fronti nei confronti del “tycoon” repubblicano a causa del suo approccio ultraconservatore. Il risultato ha portato ad una aperta discussione interna al partito repubblicano in merito alla figura di Donald Trump, e alla possibilità di nuove leadership, in vista delle prossime elezioni per la Casa Bianca.

Spazio dunque ad una nuova America, capace di attrarre i cosiddetti “elettori indipendenti”, meno schierati e fedeli ad un singolo partito, con messaggi di inclusione, uguaglianza sociale, sostegno alle fasce più deboli della popolazione. L’inizio di un nuovo “sogno americano” a detta di molti, e il ritorno di una posizione che vede negli Stati Uniti un interlocutore privilegiato per il resto del mondo, soprattutto con riferimento alla vecchia Europa e ai paesi che guardano, per il loro futuro, alla sponda atlantica.

I repubblicani: un cambio di rotta necessario.

Alla luce delle midterm elections, nel partito repubblicano si stanno creando nuovi spazi a chi si oppone alla leadership di Trump e considera necessaria una svolta e un cambio di direzione. Un cambio di rotta che, pur essendo ancora sotto traccia, potrebbe emergere presto con forza, portando a delle sorprese con riferimento alle prossime elezione della Casa Bianca. Dal fronte opposto, la vittoria dei Democratici pone l’attuale Presidente in una posizione di forza, con meno pressioni da dover gestire all’interno del partito e con avversari indeboliti a seguito della sconfitta.

A livello europeo, i risultati elettorali sono stati percepiti positivamente. La tenuta del partito in carica diminuisce le preoccupazioni dell’Eurozona in merito a possibili nuove turbolenze transatlantiche, garantendo anche la tenuta della democrazia americana e continuando nella linea del sostegno a Kiev in questa delicata fase di guerra con il Cremlino. 

Joe Biden ha commentato sottolineando che “i Democratici hanno perso meno seggi alla Camera rispetto a ogni altra amministrazione Democratica negli ultimi 40 anni e hanno avuto le migliori elezioni di metà mandato per i governatori dal 1986”. C’è un nuovo clima di fiducia per le prossime elezioni, e gli analisti auspicano ora una maggiore collaborazione tra i partiti opposti al Congresso. Una vittoria che rilancia la ricandidatura del Presidente Biden alle prossime elezioni, e una vittoria che, se non altro, segna il timido inizio di un nuovo sogno americano.

Perché sarà pur vero che una rondine non fa primavera, ma forse l’inverno americano sta per finire.

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