Il Digital divide in Europa e in Italia: come le nuove competenze digitali cambieranno il lavoro
Quali strumenti prevede l’Unione Europea per facilitare l’approccio al digitale delle categorie più fragili? Di certo è che alcune professioni scompariranno o cambieranno in modo significativo, mentre ne verranno create di nuove.
Non sono solo i millennial alla costante ricerca di lavoro. Anche i lavoratori più anziani stanno infatti affrontando le stesse sfide, nonostante la loro esperienza. La Commissione Europea ha dichiarato il 2023 come “anno delle competenze” digitali. I processi di transizione ecologica e digitale portati avanti dai Paesi membri dell’Unione permettono ai lavoratori di avere le competenze necessarie per consentire alle persone di affrontare con successo i cambiamenti del mercato del lavoro.
Nonostante ciò, secondo un sondaggio condotto dalla Commissione Europea. Più di tre quarti delle aziende nell'Unione segnalano difficoltà nel reperire lavoratori con competenze digitali e, come conferma Eurostat, solo il 37% degli adulti intraprende corsi volti ad aumentare le proprie competenze digitali. La Commissione è determinata ad affrontare il divario di competenze digitali e a promuovere progetti e strategie per migliorare il livello delle competenze digitali in Europa.
Per incoraggiare l'apprendimento permanente, gli Stati membri hanno approvato gli obiettivi sociali dell'UE 2030, secondo cui almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ad una formazione ad hoc ogni anno, presentando già il loro contributo nazionale per raggiungere questo obiettivo. Questo è fondamentale anche per raggiungere l'obiettivo del tasso di occupazione di almeno il 78% entro il 2030. La Bussola Digitale 2030 stabilisce, inoltre, che entro il 2030 almeno l'80% di tutti gli adulti dovrebbe avere almeno le competenze digitali di base, e che ci dovrebbero essere 20 milioni di specialisti ICT occupati nell'UE, mentre un maggior numero di donne dovrebbe essere incoraggiato ad accettare tali lavori.
Una forte economia digitale, dunque, supportata da lavoratori europei con competenze specialistiche, è fondamentale per l'innovazione, la crescita, l'occupazione e la competitività europea. La diffusione delle tecnologie digitali sta avendo un impatto massiccio sul mercato del lavoro e sul tipo di competenze necessarie nell'economia e nella società. Gli Stati membri, le imprese, i fornitori di formazione, la Commissione europea e altre organizzazioni devono collaborare per affrontare il crescente divario di competenze digitali.
Il caso italiano
Il digitale è diventato uno strumento fondamentale nella vita degli italiani. Aumenta sempre di più la necessità di ampliare le competenze tech degli italiani per ridurre drasticamente il digital divide tra la popolazione. L'Istat ha utilizzato nel 2022 indicatori per analizzare l’approccio dei cittadini alla crescente digitalizzazione. Tra questi si segnala la disponibilità delle famiglie nel possedere almeno un computer e una connessione a Internet, oltre che il modo di approccio ad un uso giornaliero al passo della popolazione europea.
Ciò che emerge dal rapporto è un crescente aumento dell'uso delle tecnologie digitali, con incrementi differenti a seconda dell'età e del sesso degli individui. Un altro fattore che incide è la zona di appartenenza e la scarsità del territorio e delle istituzioni locali nel fornire infrastrutture all’avanguardia che permettano di facilitare il processo di transizione digitale. Sono queste le diversità che generano il divario digitale italiano.
Un fattore di differenza è identificato nel genere degli individui. Infatti, recentemente la propensione delle donne all'uso di Internet è aumentata rispetto a quella degli uomini, ma in alcune fasce d'età lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini è superiore. In particolare, la quota femminile rimane bassa per gli over 75, mentre il divario è nettamente minore tra i giovani e i giovanissimi.
L'Italia ha adottato una Strategia Nazionale per le Competenze Digitali, realizzata dal Ministero per l'Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. Il progetto delinea gli obiettivi da perseguire per eliminare l'attuale divario con altri Paesi europei simili all'Italia entro il 2025, in modo da rendere il digitale una reale opportunità di crescita sociale ed economica per tutti e tutte, abbattendo l'analfabetismo digitale e sviluppando un necessario percorso di cambiamento culturale in tutti i settori della società. C
iò dimostra che l’obiettivo primario del Governo italiano è garantire ai cittadini una copertura completa delle competenze digitali, in modo da ridurre, o addirittura eliminare il divario, in tempi in cui l'accesso alle nuove tecnologie è diventato essenziale in quasi tutti i settori della vita.
Siamo una popolazione di poeti, santi e navigatori … digitali. Sì, se non ora, lo saremo: ma a quale costo?